L’imprenditore
Casoli di Elica ha raccontato ieri durante il convegno organizzato
dal Centro Studi Economia e Territorio i benefici del suo metodo che
è diventato
un libro
FANO
21 settembre 2019 - “Per
noi il connubio tra arte e azienda è
fondamentale.
Tanto che questa metodologia qualcuno ha deciso di acquistarla,
dandogli un valore non solo concettuale ma anche economico”.
Francesco Casoli è
un
imprenditore pragmatico che fa dell’efficienza
un principio portante del proprio paradigma e sentirlo raccontare a
proposito dei benefici che l’arte
ha portato nella sua Elica, capofila del Gruppo leader mondiale nella
produzione di cappe aspiranti da cucina che annovera più
di
4 mila dipendenti con sedi in Giappone, Cina, India, Messico,
Francia, Germani, fa comprendere come l’arte
non sia solo filantropia, ma strumento utile per migliorare le
performance economiche di una impresa.
Detta
così
suonerebbe
come un ossimoro, ma la testimonianza portata ieri da Casoli al
convegno “Innovare
l’impresa
con l’arte.
Il metodo della Fondazione Ermanno Casoli”
organizzato
dall’associazione
Centro Studi Economia e Territorio ieri sera a Palazzo San Michele
sede dell’Università
di
Urbino Carlo Bo è
stata
sorgente di un dibattito stimolante posto sulla base del libro
scritto a 6 mani da Chiara Paolino,
ricercatrice
di Organizzazione Aziendale presso l’Università
Cattolica
del Sacro Cuore, Deborah Carè
del Group
recruiting, employer branding and training manager di Elica e
Marcello Smarrelli,
storico
dell’arte
e direttore artistico FEC (per la parte artistica e curatoriale).
“Quando
abbiamo deciso di iniziare questo percorso con la Fondazione Ermanno
Casoli - spiega Francesco Casoli - più
di
10 anni fa volevamo rovesciare il ragionamento classico legato alla
produzione. Per noi l’arte
è
stupire.
E’
rendere
visibile qualcosa che agli altri è
invisibile.
E’
individuare
nuovi processi che siano migliori di quelli che già
sono
esistenti. Proprio con il fine di rispondere al quesito principe
dell’utilitarismo
e delle logiche economiche”.
Casoli
è
entrato
ancora di più
nel
cuore di questa apparente contraddizione spiegando un aneddoto:
“Questo
metodo legato all’arte
non è
stato
la panacea della crisi che si è
abbattuta
violentemente a partire dal 2008, però
ci
ha aiutato. Ci ha aiutato ad avere un vantaggio competitivo. Oggi ad
esempio Elica si confronta sul mercato globale e deve respingere la
concorrenza turca, rumena, ucràina.
Fortunatamente siamo avanti a loro di un metro, non di cento, grazie
all’arte
e ai suoi benefici che siamo riusciti a declinare e coniugare con la
Fondazione Ermanno Casoli”.
L’ispirazione
che ha accesso il dialogo durante l’incontro
moderato sapientemente e brillantemente da Lorenzo Furlani,
giornalista del Corriere Adriatico è
stata,
quasi, innovativa.
Non
a caso Marcello Smarrelli direttore artistico della Fondazione
Ermanno Casoli ha precisato come “l’arte
non sia solamente un elemento estetico. Noi non abbiamo indirizzato
l’impegno
di un artista nella sezione del prodotto e del design. Pensare e fare
questo esercizio sarebbe riduttivo. Abbiamo agito sulla filosofia
aziendale, sulla relazione tra i dipendenti e sulla formazione.
Quando ho accettato questa sfida non mi sono chiesto cosa potesse
fare Elica per l’arte,
piuttosto cosa potesse fare l’arte
per Elica".